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venerdì 2 luglio 2010

IN 3000 PER SPIANARE IL MORTIROLO ALLA GRAN FONDO PANTANI

Sono stati poco meno di 3000 gli iscritti (2940 per l'esattezza), che si sono ritrovati per la Gran fondo Marco Pantaniad Aprica , rinomatissima località sciistica valtellinese, posta su un passo a 1181 mslm, che mette in comunicazione la Valtellina con la Val Camonica, nell'ultimo week-end di giugno, a dare una mano al progetto segreto di Mevio.

A questi è stato infatti consegnato un pacco gara contenente un pacco di pasta, numerosi prodotti della Noberasco, numerosi integratori della Multipower con relativa borraccia, una crema per le labbra, una bomboletta di WD-40 (destinata a coloro ai quali si sarebbero piantate le gambe sul Mortirolo), uno sgrassatore, ma soprattutto i due pezzi forti: la maglia ciclamino personalizzata da indossare obbligatoriamente e la bellissima resistente borsa nella quale si trovava il tutto. Bene, ia maglia in realtà serviva per mimetizzare i ciclisti rendendoli irriconoscibili l'uno dall'altro, mentre la borsa serviva per far trasportare ad ognuno la sua dose di terra da portare a valle. Raspa tu che raspo io, in 3000 si sarebbe bene spianato 'sto benedetto Mortirolo, no?

Vittorio Mevio, "deus ex machina" di tutta l'organizzazione della granfondo, sicuramente mi perdonerà per questoi "incipit" scherzoso, ma quasi 3000 ciclisti che scelgono di affrontare il Passo del Mortirolo, chi da Monno (solo per il percorso corto), chi da Mazzo in Valtellina (tutti gli altri), in effetti potrebbero veramente spianarlo il passo.

Una manifestazione veramente sentita dal grande pubblico granfondistico italiano, ma sempre più da quello straniero. Ne è la prova proprio la vincitrice del percorso lungo, Edith Van Den Brande, che è giunta dal Belgio per scalare Gavia, Mortirolo e Santa Cristina.

Come sempre la Granfondo Marco Pantani è una grande festa e una vera occasione per passare un bel week-end, anche lungo per chi giunge ad Aprica già il venerdì, in una cittadina pregna di ciclisti.

I percorsi proposti sono appunto tre.
Dopo avere affrontato, a velocità strettamente controllata, la discesa che porta ad Edolo, i ciclisti affrontano la risalita per la vallata dell'Oglio. Dopo pochi chilometri il percorso corto, trova il suo bivio a Monno, da cui inizia la scalata al Passo del Mortirolo, sul versante più facile. Giunti in cima, non resta che portarsi a Trivigno, con un susseguirsi di mangia-e-bevi, quindi ridiscendere ad Aprica e giungere all'arrivo.
Il percorso medio e lungo, invece, insieme, affrontano la lunga, ed impegnativa, scalata al Passo del Gavia, scollinando tra muri di neve, in uno scenario senza uguali, che solo il Parco Nazionale dello Stelvio sa regalare. Si scende, a grande velocità, sulla bella e tecnica discesa, a Santa Caterina Valfurva, nel fondo valle. Da qui, la strada da percorrere per andare ad affrontare il "mostro" è ancora lunga, ma tutta in falso piano a scendere. Al km 100, si giunge a Mazzo in Valtellina e da qui si affronta il terribile Passo del Mortirolo che con le sue pendenze al 18%, è capace di stroncare anche i più resistenti. Dalla cima del Passo si giunge, attraverso i mangia-e-bevi, a Trivigno e da qui si scende ad Aprica.

Se non avete mai scoperto di quanta cattiveria possa essere armato un organizzatore, lo scoprirete qui! Infatti, i mediofondisti, tirano diritto e passano sotto il tanto agognato traguardo, mentre i granfondisti, arrivano a vederlo, lambirlo, per poi aggirarlo e proseguire verso la discesa che porterà ad affrontare l'ultima erta del Passo Santa Cristina. Una salita lunga ed impegnativa che giunge quando nelle gambe si hanno già 160km. Scollinato il passo, si scende nuovamente a Trivigno, quindi ad Aprica, ma questa volta si continua sotto il traguardo.

Lo sviluppo della corsa è talmente semplice che si potrebbe ridurre con "ha stravinto la Maggi". Infatto il loro gioco di squadra ha praticamente impedito che la corsa andasse in maniera diversa da come l'avevano pensata.
Il gruppo dei migliori, una trentina, scollina il Gavia e nessuno viene colto dall'insana idea di fare bravate. E' Andrea Acquistapace (Velo Sondriese) che va a seminare zizzania, operando un allungo, mentre il gruppo "dorme". Appena il suo vantaggio sfiora il minuto e mezzo, dalle retrovie parte uno scatenato Vincenzo Pisani (GS Esercito Cicli Maggi), che si lancia al suo inseguimento, raggiunge il sondriese e lo passa "a doppia". A Mazzo, il vantaggio di Pisani è di 1'40" su Acquistapace e di ben 6' dal gruppo. Infatti, a controllare gli avversari sono i due "quasi" compagni Andrea Beconcini e Matteo Cappè (Team Maggi FRW). Sul Mortirolo si scatena Anatoli Chaburka (Guru Parkpre), sempre ben controllato dagli uomini della Maggi, che riesce però a recuperare oltre tre minuti sul fuggitivo, ma che non gli sono sufficienti per riuscire a raggiungerlo.

Vincenzo Pisani passa solitario sotto il traguardo andando a vincere a braccia alzate con un vantaggio di 2'28" sui quattro inseguitori. Gli uomini Maggi, che non sono dei cannibali, lasciano di buon grado il secondo posto a Chaburka, tenendo per loro il terzo (Beconcini), il quarto (Cappè) ed il quinto (Devis Miorin).

Tra le donne la vittoria va alla belga Edith Van Den Brande (CYCLETOURS Amsterdam) che precede di quasi mezz'ora Daniela Passalacqua (GC Eurobike Genova). Terza piazza per Daniela Gaggini (Veloplus Makakoteam).
Il percorso medio viene vinto da Mattia Longa (Club Lombardia) che precede di un minuto e mezzo Fabrizio Casartelli (Pianeta Bici Cervelo) e Andrea Acquistapace.

Tra le donne
, vittoria di Cristina Leonetti (Cinelli Glass'nGo) che giunge all'arrivo con dieci minuti di vantaggio su Raffella Carloni (Deka Faentina) e Francesca Martinelli (Pezzini Bike).

E' Giovanni Spatti (Cicli Bettoni) a vincere il percorso corto, ai danni di Enzo Gnani (Free Bike Erbusco) e di Enrico Biganzoli (Carimate Kuota), mentre in campo femminile la migliore è Martina Arsiè (Velomania) che precede Benedetta Gobbi Frattini (GS Iseo) e Elisa Marchetti (ISDC Team Pezzetti).

La festa si è conclusa con il ricco pasta party, che ha servito ai ciclisti un'ottima pasta, pane, crostatina e un frutto. Acqua da bere.

Un grosso complimento a Vittorio Mevio che ha saputo anche quest'anno onorare al meglio la memoria del Pirata. Operazione che non gli sarà possibile il prossimo anno, in quanto i genitori di Pantani, hanno scelto di dare il nome del figlio ad altre manifestazioni.

Sarà quindi l'occasione per potere partecipare, invece, alla prima edizione della Granfondo Giordana. Che sarà sicuramente un grande successo

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