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venerdì 3 settembre 2010

IL CICLISTA DIVENTA SEMPRE PIU' HI-TECH

A prova di ladri, che si snoda e si arrotola intorno a un palo. Pur sempre con due ruote ma senza sellino o pedali. Sofisticata, in stile Bauhaus, acciaio e cuoio. La stagione d'oro della bicicletta come mezzo di trasporto passa dalla fantasia dei designer, scatenati a immaginare soluzioni ardite per trasformarla in un mezzo per sfidare il traffico urbano. Alcune soluzioni sono in mostra alla Eurobike di Friedrichshafen, la più grande esposizione europea dedicata alle bici che si è aperta ieri in Germania, altre sono prototipi, innovazioni pluripremiate.

Come la "bicicletta avvolgibile", due ruote che diventano una catena, inventata dal poco più che ventenne designer inglese Kevin Scott, (primo premio del Business design centre inglese), la Dreamslide che si vede a Parigi, immaginata da Jean Marc Gobillard dove si pedala, sì, ma restando in piedi. Una mezz'ora di esercizio e via. Prima ancora una bicicletta di quarta generazione come la Victor Bike del canadese Robillard, o pezzi d'arte come la BauBike del danese Jakobsen. Piacciono agli americani le "balance bike", senza pedali, per bambini anche di un anno, arrivate dall'Europa e che, scrive il Wall Street Journal, registrano un'impennata di vendite.

Tante idee nel genere mignon: la Brompton, detta il "coltellino svizzero", premiata dalla Regina Elisabetta, e in Italia - dove si sconta un ritardo rispetto al nord Europa nell'uso e nelle infrastrutture - potremmo vedere nelle strade quella disegnata dall'architetto Alessandro Belli. Ultraleggera e compattabile, piccola da entrare in uno zaino (pesa 4 chili, con un motore elettrico e ruote di 35 centimetri). Prototipo di veicolo minimo pensato per budget contenuti, segnalato al XXI Compasso d'oro. "La bici è un oggetto apparentemente semplice, ma le componenti sono frutto di un'evoluzione che si è sviluppata in 140 anni", dice Belli. "La sfida è ottenere un oggetto che sfrutti il meglio nel campo dei materiali per una nuova forma di mobilità". Sulle pieghevoli la sfida resta aperta: "Dei 120 milioni di bici vendute nel mercato mondiale, solo 300mila l'anno - continua - restano pesanti e costose". La "sua" ora è al centro di un progetto per produrla di cui si occupa un consorzio di 7 partner finanziato dall'Unione europea con 2,2 milioni di euro.

La due ruote ce la mette tutta per conquistare le città. "La cultura della bici come mezzo di spostamento comincia appena a diffondersi in Italia", chiarisce Piero Nigrelli, responsabile bici dell'Ancma-Confindustria, l'associazione dei produttori. "A Copenhagen l'obiettivo è che la metà della popolazione si sposti in bici entro il 2015, noi procediamo a macchia di leopardo con città come Ferrara dove è un mezzo diffuso e altre che non hanno le ciclabili". "La ricerca di modelli alternativi è un tentativo di diversificazione per distinguere dalla massa un oggetto semplice: per le bici da corsa l'attenzione è sui materiali; per quelle da città privilegiamo comfort e personalizzazione, per farne un oggetto fashion", dice Antonella Nigro, communication and marketing manager della Montante, eccellenza del made in Italy all'estero dove esporta il 60% della produzione. Modelli degli anni '30 in chiave contemporanea. E dalla storica Bianchi, Federica Algeri chiarisce: "Il consumatore vuole una bici-camaleonte che risponde a esigenze diverse e la gamma ibrida, via di mezzo tra mountain bike e bici da corsa, va per la maggiore".

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